Andiamo a concludere, anche perché più passano i giorni più si affievoliscono i ricordi e va a finire che mi convinco di aver fatto il bagno nelle bibite Guizza.
Ma lasciamo perdere quello che mi sogno di notte.
Ci siamo lasciati nel padiglione 7 di fronte a Bergotto. Poco distante incrocio un altro produttore locale.
Undicesima tappa: Arnone
Il mio sguardo cade su una vetrina con numerose bibite diverse. Rimango affascinato e interdetto abbastanza da intercettare l’attenzione della rappresentante. E da dimenticarmi di fare una foto. Alle bibite, non alla rappresentante.
La professionalità prima di tutto.
La realtà è che realizzo quasi immediatamente che si tratta di un produttore che punta sulla quantità. È la stessa ragazza a confermarmelo, facendomi passare immediatamente ogni fantasia sul fatto di aver scovato una nuova fantastica serie di bibite. Distribuiscono in tutto il meridione e sono per sua stessa ammissione una bibita “povera”. Vi confesso però che ho assaggiato il loro bitter rosso e non mi è dispiaciuto affatto: frizzato, gusto pieno con una giusta punta di amaro.
E’ quello che le ho detto.
Credo abbia pensato che ci stessi provando.
Non è così.
Comunque, nel caso, hai il mio numero. È sul biglietto da visita. Sul retro. Chiamare ore pasti.
Qualche info in più: Arnone produce a Casoria (NA) ed è diffuso al dettaglio in tutto il meridione. Una buona qualità a prezzi, da quello che ho capito, accessibili.
A questo punto pensavo che le mie avventure fossero finite. Avventure faticose. Non vi ho ancora parlato del fatto che in tutta la Fiera non era possibile collegarsi a Internet? Causa l’alta densità delle persone il 3 o 4G non funzionava, mentre l’accesso al WiFi era prerogativa degli espositori. Quindi tutte le mie belle idee di lanciare foto su twitter con hashtag… Sono andati a farsi benedire. Poi, essendo un libero professionista responsabile di un paio di pagine social piuttosto importanti (ma non faremo nomi) vi lascio immaginare le imprese per controllare e fare i relativi lanci. Sono stato costretto ad uscire dalla fiera e allontanarmi con fare losco tra le macchine parcheggiate per riuscire a trovare campo.
Yay.
Insomma complimenti all’organizzazione.
Torniamo a noi. Convinto di aver incrociato tutti mi restava solo da tornare al padiglione 4 nella speranza di riuscire a parlare con Fun&Go e Galvanica. Per quanto riguarda il primo, come segnalato nell’articolo iniziale, non c’è stato verso. Sono invece stato fortunato con Galvanina.
Dodicesima tappa: Galvanina
Avvicinandomi noto il rappresentante, seduto al tavolino dello stand, che scruta il cellulare. Mi avvicino, sorrido e azzardo:
“Salve!”
“Ci conosciamo?”
“No ehm. huehe. Volevo qualche informazione sulle vostre bibite…”
“Prego si sieda pure. Mi scusi, non ho voglia di alzarmi…”
Disse a un disgraziato che girava da 6 ore con litri di bibite omaggio. Mi siedo, lui mi premia con un assaggio del loro chinotto e di un paio dei loro succhi/centrifugati. Molto buoni. Mi informo, a quanto pare Galvanina vende principalmente all’estero (USA e Giappone) e solo dall’anno scorso è uscita con ben 13 diverse bibite. Oltre ai gusti classici, anche qualcuno veramente particolare. Loro hanno sì bibite originali, uniche nel loro genere, di ottima fattura e con una diffusione piuttosto limitata e selettiva.
Quindi secondo il Bibitaro è Galvanina a vincere Cibus 2014. Si percepisce molto bene quanta ricerca e quanti investimenti siano stati fatti su questi prodotti e ne stanno ricavando i frutti. Vi ricordate del primo giorno, di Levico? Fanno loro le bibite Levico, ed ecco perché non era una cattiva idea. Soddisfatti?
Qualche info in più: Galvanina ha sede a Rimini. Si occupa direttamente della distribuzione ed è possibile acquistarne i prodotti al dettaglio solo in pochi negozi. A Milano si può trovare alla Rinascente. Stringono accordi con i ristoratori “solo se ci troviamo bene”. Una politica comprensibile e condivisibile direi, per mantenere alta la qualità e la nomea del marchio. Non ho ricevuto nulla in cambio, sia chiaro, nemmeno gli omaggi o informazioni sulla rappresentante Arnone. Il Bibitaro dà a Cesare quel che è di Cesare. Se vi fidate di lui. Ma siete abbastanza intelligenti da farlo, nevvero?
Tredicesima tappa: Baladin
Lasciato lo stand Galvanina ero praticamente diretto verso la macchina quando mi sono imbattuto nello stand di Baladin, che non avevo notato prima nonostante fosse tra Levico e Plose (vedi seconda puntata).
Li conosco già, mio fratello Nicola ha provato più volte le loro bibite e non è raro trovarli nei locali del triveneto (sebbene siano di Cuneo). Qui faccio l’incontro con quello che mi piace chiamare l’alchimista di Baladin:
– Vedendomi arrivare, mi offre una cedrata (l’alchimista è generoso);
– Quando gli chiedo da quanto tempo fanno queste bibite, lui si limita a chinare la testa e indicarmi i suoi capelli bianchi (l’alchimista è di poche parole);
– Mi presento come Bibitaro e lui è visibilmente poco interessato, ma mi consegna un po’ di materiale cartaceo (l’alchimista è di vecchio stampo, ma magnanimo).
Chiaramente si trattava del fondatore. Perché alchimista? Basta guardare la forma delle bottiglie. Riuscite a immaginarlo, a vederlo, nel suo laboratorio mentre si balocca tra le ampolle e gli infusi?
Non sono pazzo.
Qualche info in più: Baladin produce a Cuneo. Ha una produzione sia alcolica che analcolica ed è apparentemente più incentrato sulla prima, ossia le birre. Ma va benissimo, non siamo astemi (solo Nicola). I suoi prodotti sono sbarcati in Gran Bretagna come in Giappone. Nota a margine: l’ufficio comunicazione sa il fatto suo.
Si concludono così le magiche avventure del Bibitaro dentro Cibus? Giammai! Ci sono anche 10 minuti finali di panico nei quali non riuscivo a trovare la macchina e mi stavo convincendo del fatto che me l’avessero rubata. Una Citroen del 2007. Per quanto.
Grazie per l’attenzione, in fondo alla pagina potete trovare le puntate precedenti. A presto con le avventure del Bibitaro, che nei prossimi giorni metterà il naso tra gli scaffali dei supermercati scozzesi.