Il Crodino lascia Crodo? La Campari sposterà la produzione

Il famoso analcolico biondo che fa impazzire il mondo sta per andarsene dal suo luogo di origine. Parliamo del Crodino, nato a Crodo (VB) nel 1964 prima come “Picador” e poi come “Biondino” prima di acquisire il suo nome attuale solo un anno dopo.

La Campari acquisì il Crodino nel 1995, spostando già allora la produzione a Sulmona (dove ora si produce la “Spumador”) e la riportò nelle valli piemontesi nel 2007. Tuttavia dieci anni dopo sempre la Campari ha ceduto la società produttrice che controlla gli stabilimenti di Crodo alla Royal Unibrew (Ceres) accordandosi per continuare a produrvi il Crodino fino alla fine del 2019.

Sempre secondo gli accordi, dal 2020 la produzione dovrebbe essere spostata a Novi Ligure (GE), sede di un altro impianto della Campari.

La prospettiva, per quanto già nota da tre anni, ha dato l’impulso ad una mobilitazione trasversale per impedire lo spostamento. Amministratori locali, ex dipendenti e anche due parlamentari stanno unendo le forze per impedire alla Royal Unibrew di spostare il Crodino della sua sede di produzione storica.

Lo slogan “Il Crodino non deve lasciare Crodo” è accompagnato da motivazioni quali l’importanza dell’uso delle sorgenti di Crodo, tuttavia non esistono normative nè alcuna amministrazione locale si è mossa, negli anni passati, per vincolare la produzione della bevanda.

Gli stabilimenti di Crodo comunque non verranno chiusi, giacché utilizzati per la produzione di altre bevande come la Lemonsoda e Oransoda, ora appunto di proprietà di Royal Unibrew.